Recensione Sex and the city 2 (Usa 2010)
Carrie, Samantha, Miranda e Charlotte son tornate sul grande schermo in 145 minuti diretti da Michael Patrick King. Il secondo capitolo tratto dalla più famosa serie televisiva della Hbo non ha convinto il grande pubblico, deluso dalle nuove avventure delle quattro – ormai attempate – protagoniste.
L’eccessiva sceneggiatura ha strappato qualche sorriso ma già inizialmente le battute “politicamente corrette” dei protagonisti segnavano con nettezza l’andatura delle conversazioni, spesso surreali e superficiali. La leggerezza con cui son stati affrontati temi di fondamentale importanza e delicatezza come l’omosessualità, il tradimento, la solitudine, l’inevitabile progredire verso la vecchiaia ha senz’altro agevolato lo scorrere dei 145 interminabili minuti, creando però un alone di banalità deludente, una trama assolutamente prevedibile e numerosi – ed inutili vista la durata del film – tempi morti.
È l’universo femminile a risentire maggiormente di tanta superficialità, seppur a tratti divertente ed esilarante. La figura femminile è stata spesso ridicolizzata, alle prese con i problemi di menopausa – decisamente poco sex.. – di Samantha, buffa paladina del sesso libero ma assolutamente triste nella veste di mangiatrice di uomini attempata.. insomma, nulla di nuovo, nessun progresso e crescita del personaggio. La crisi di “fantasia” degli sceneggiatori di Hollywood è più reale di quanto pensassi!!
A dimostrazione di ciò, Carrie è sempre perseguitata dai problemi sentimentali con Mr. Big ed in lotta contro il matrimonio tradizionale. Anche in tal caso la leggerezza della scelta della coppia di non aver figli e di un – seppur castissimo – tradimento, lascia molta delusione.
Le altre due protagoniste – Miranda e Charlotte – fanno da insipido condimento.
Nota di merito per la grande Liza Minnelli, guest star d’eccezione, assolutamente fantastica nel cantare e ballare Single Ladies di Beyonce.. perché i miti non hanno età e conservano intatta la loro unicità.Una sceneggiatura lunghissima, a tratti noiosa, deludente.
La magia scintillante della serie televisiva si è spenta inesorabilmente, lasciando un ricordo quasi fiabesco di tutti quei fantastici abiti e delle splendide locations.. lusso sfrenato da far sognare ad occhi aperti.. ;)
Carrie, Samantha, Miranda e Charlotte son tornate sul grande schermo in 145 minuti diretti da Michael Patrick King. Il secondo capitolo tratto dalla più famosa serie televisiva della Hbo non ha convinto il grande pubblico, deluso dalle nuove avventure delle quattro – ormai attempate – protagoniste.
L’eccessiva sceneggiatura ha strappato qualche sorriso ma già inizialmente le battute “politicamente corrette” dei protagonisti segnavano con nettezza l’andatura delle conversazioni, spesso surreali e superficiali. La leggerezza con cui son stati affrontati temi di fondamentale importanza e delicatezza come l’omosessualità, il tradimento, la solitudine, l’inevitabile progredire verso la vecchiaia ha senz’altro agevolato lo scorrere dei 145 interminabili minuti, creando però un alone di banalità deludente, una trama assolutamente prevedibile e numerosi – ed inutili vista la durata del film – tempi morti.
È l’universo femminile a risentire maggiormente di tanta superficialità, seppur a tratti divertente ed esilarante. La figura femminile è stata spesso ridicolizzata, alle prese con i problemi di menopausa – decisamente poco sex.. – di Samantha, buffa paladina del sesso libero ma assolutamente triste nella veste di mangiatrice di uomini attempata.. insomma, nulla di nuovo, nessun progresso e crescita del personaggio. La crisi di “fantasia” degli sceneggiatori di Hollywood è più reale di quanto pensassi!!
A dimostrazione di ciò, Carrie è sempre perseguitata dai problemi sentimentali con Mr. Big ed in lotta contro il matrimonio tradizionale. Anche in tal caso la leggerezza della scelta della coppia di non aver figli e di un – seppur castissimo – tradimento, lascia molta delusione.
Le altre due protagoniste – Miranda e Charlotte – fanno da insipido condimento.
Nota di merito per la grande Liza Minnelli, guest star d’eccezione, assolutamente fantastica nel cantare e ballare Single Ladies di Beyonce.. perché i miti non hanno età e conservano intatta la loro unicità.Una sceneggiatura lunghissima, a tratti noiosa, deludente.
La magia scintillante della serie televisiva si è spenta inesorabilmente, lasciando un ricordo quasi fiabesco di tutti quei fantastici abiti e delle splendide locations.. lusso sfrenato da far sognare ad occhi aperti.. ;)
Chiara DèH
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